Come diagnosticare l’intolleranza al lattosio?
Per diagnosticare l’intolleranza al lattosio è necessario effettuare il Breath Test, esame semplice e non invasivo che si effettua mediante l’analisi di campioni di aria espirata. La settimana prima del test bisogna far attenzione a non assumere latte, latticini, fermenti lattici, affettati contenenti lattosio. Per capire se si tratta di una forma primaria e permanente occorre eseguire il Test Genetico, generalmente un tampone buccale per il prelievo della saliva, dal quale è possibile analizzare il proprio DNA. I due test sono complementari e non alternativi perché nella maggioranza dei casi i risultati forniscono una visione completa sul livello di intolleranza al lattosio.
Che cos’è l’intolleranza al lattosio?
Nel caso di intolleranza al lattosio, l’enzima digestivo lattasi non viene più prodotto a sufficienza o non viene più prodotto del tutto. Questa carenza enzimatica comporta che nell’intestino tenue il lattosio non può più essere scisso nei due componenti zuccherini di cui è costituito, il glucosio e il galattosio. Le molecole di zucchero possono essere assimilate dall’intestino per passare nel sangue ed essere poi utilizzate come fonti energetichesolo in questa forma divisa. In caso di intolleranza, quindi, il lattosio raggiunge l’intestino crasso senza essere stato digerito e lì viene fermentato dai batteri. Questo processo porta alla formazione di gas e richiama acqua nell’intestino crasso, ciò che provoca i tipici sintomi dell’intolleranza al lattosio. L’intolleranza al lattosio non va confusa con l’allergia alle proteine del latte vaccino.
Come curare l’intolleranza al lattosio?
L’unica terapia è l’esclusione dalla dieta degli alimenti contenenti lattosio per un periodo definito o permanente a seconda della forma di intolleranza. Si parla infatti di “dieto-terapia”.
E’ necessaria attenersi in modo costante e ferreo alla dieta per permettere la remissione completa di tutti i sintomi e la ripresa della normale funzionalità intestinale.
Dopo un periodo variabile da 3-4 settimane fino anche a 5-6 mesi circa, in caso di intolleranza secondaria transitoria, si reintroduce nella dieta bassi quantitativi di lattosio per poi accrescerli e valutare la reazione. Se intolleranti in forma primaria, quindi genetica, gli alimenti contenenti lattosio devono esclusi dalla dieta in modo permanente.
Dove si trova il lattosio?
Sembra una domanda ovvia, in realtà il lattosio non è contenuto solo nel latte e nei suoi derivati!
Quali alimenti bisogna eliminare?
- Latte di pecora, vacca, capra
- Formaggi freschi
- Burro
- Besciamella e altre salse fatte con panna o latte e derivati
- Pane al latte, grissini, crackers con latte o derivati
- Insaccati (contenenti lattosio)
- Purea di patate
- Biscotti con latte o burro, e derivati
- Cioccolato al latte o parzialmente fondente
- Creme di pasticceria
- Torte o dolci in genere (con latte o burro)
- Gelati
Anche molti farmaci ed integratori alimentari contengono lattosio come eccipiente.
Esistono in commercio vari tipi di integratori di lattasi, che non sono curativi, ma devono essere assunti poco prima dei pasti in cui si sospetta possa essere presente lattosio, introducendo così l’enzima mancante per neutralizzare o ridurre i sintomi (proporzionalmente ai quantitativi presunti).
Intolleranza al lattosio e carenza al calcio
Il calcio è un sale minerale importante per il nostro organismo e partecipa in modo determinante alla costituzione delle ossa e dei denti. I latticini sono tra i più importanti fornitori di calcio. Le persone con deficit di lattasi se evitano latte e latticini (anche delattosati), possono andare incontro ad una possibile carenza di calcio e di vitamina D.
Cosa assumere?
- I formaggi a pasta extra-dura, come il Parmigiano Reggiano DOP e il Grana Padano DOP sono naturalmente senza lattosio, mentre quelli a pasta dura, come emmenthal, groviera, fontina contengono solo tracce di lattosio. Nei formaggi stagionati il contenuto di lattosio diminuisce col progredire della stagionatura perciò possono essere assunti, assicurando un apporto adeguato di calcio.
- Particolarmente indicata sono anche le verdure come spinaci, radicchio, invidia, cavoli, broccoli, carciofi, anche se l’assorbimento è minore, e tutte le erbe aromatiche.
- I legumi, in particolare i fagioli, la soia e in misura minore i lupini.
- Frutta secca o oleosa, tra cui mandorle, nocciole, semi di sesamo.
- Bevande con integrazione di calcio: per esempio latte di soia fortificato e succhi di frutta al 100 per cento integrati con calcio sono buone fonti di calcio.
- Anche l’acqua può contribuire ad un buon apporto di questo minerale: infatti in commercio esistono diverse marche di acque ricche di calcio.
Bibliografia:
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